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Scritti clandestinamente dal poeta romano Giuseppe Gioachino Belli e composti per la maggior parte in due fasi, 1830-37 e 1842-47, i «Sonetti» formano nel loro insieme un poema di elevato rigore e complessità: "un monumento alla plebe di Roma", frutto dello studio colto e animato dei costumi e delle tradizioni della città, tramutati spesso in parodia o in riso. Belli assume la parte del popolano, e di volta in volta induce la plebe stessa a raccontare e descrivere, o racconta e descrive lui in prima persona, attraverso brevi "mimi" e scene concise. Il risultato è uno dei quadri più energici e aspri che si siano mai tracciati in una società. In questa edizione Spagnoletti propone una selezione di quattrocento sonetti fra i più significativi della raccolta, dedicando a ciascuno un commento essenziale, che non esclude le note dell'autore stesso.
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Sonetti
Gioachino Belli
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